In quest’ultimo anno sto facendo un progetto di volontariato, all’interno del programma Corpo Europeo di Solidarietà, per l’associazione Per Esempio a Palermo. Lavoro in centri con bambini, donne ed immigrati e faccio lavoro d’ufficio sulla gestione di progetti. Tra un po’ la mia esperienza qui finisce e ritornerò in Grecia, a casa mia, piena di ricordi, di pensieri, di emozioni, di conoscenze nuove e totalmente cambiata dalla persona che ero prima di partire.
Amici, colleghi, parenti e sconosciuti mi chiedono spesso: “Ma come ti trovi?”, “Me lo consiglieresti un progetto del genere?”, “Ma tu cosa fai a Palermo e perché hai lasciato il tuo paese bellissimo?”.
Tutto è iniziato da una voglia per l’avventura, lo sconosciuto. In Grecia avevo una vita molto bella e molto facile. Non mi mancava niente e la vita aveva un ritmo che potevo seguire senza stancarmi troppo. Mi sentivo sicura tra famiglia e amici. E in questo ambiente di sicurezza, di affetto e di amore, sentivo un bisogno di cambiamento più forte che mai. Sentivo che la mia realtà fosse una realtà privilegiata e che in questo ambiente ero così protetta e così comoda che in realtà ero stabile. Non crescevo al livello che avrei voluto.
Partecipare a questo progetto era una decisione che ho preso da un momento all’altro tra mille dubbi e preoccupazioni. Ma è stata pure la scelta più bella che ho mai fatto. Perché?
Perché mi ha aperto un altro mondo. Lavorando nel settore sociale ho potuto vedere fuori della mia realtà privilegiata. Vite diverse, belle e brutte, persone diverse, felici e tristi, mondi diversi, più vicino o più lontano dal mio.
Perché ho capito che viaggiare è una cosa personale. Ci siete solo tu e il mondo che ti aspetta da scoprirlo. Tra piccoli sbagli, avventure improvise, persone straniere e discussioni per caso, puoi trovare te stesso crescendo, cambiando idee e direzioni, riflettendo su tutto quello che fino ad ora consideravi certo.
Perché le persone con cui ho condiviso questa esperienza mi hanno aiutata a trovare me stessa e a costruire amicizie immortali attraverso discussioni assurde, risate pazzesche, serate lunghissime, abbracci fortissimi.
Perché le lacrime dell’arrivederci, che speravo di non dire mai, sono l’affermazione del fatto che tutto questo che ho vissuto era vero, un’affermazione che tutti abbiamo bisogno quando la nostra vita è cosi bella che sembra finta, un sogno da cui non vogliamo svegliarci. Ogni mese, ogni giorno, ogni minuto e secondo di questa esperienza è stato un piccolo pezzo di questo puzzle da cui oggi sono fata.
Mi chiedete se un’esperienza del genere vale la pena? Si, si, si. Mille volte si. Senza pensieri, senza dubbi e senza aspettative. È un’esperienza per persone che partono vuote e ritornano piene. È una paletta di colori per pezzi di foglio che, essendo bianchi, sono toccati profondamente da ogni piccola pennellata di colore. È un’altra vita in una società senza confini, in una società infinita.