Negli anni Per Esempio, grazie al supporto di diversi enti sostenitori tra cui fondazioni private e enti pubblici quali Ministeri nazionali e Dipartimenti della Commissione Eu, ha realizzato e realizza con continuità attività aggregativa, di supporto e di empowerment con le famiglie del quartiere Borgo Vecchio di Palermo, con i bambini e le bambine.
Nell’ultimo triennio, sulla scorta di un analisi dei bisogni rilevati l’associazione ha deciso di porre una particolare attenzione alla condizione femminile e dunque alle giovani donne ed alle mamme che afferiscono al centro educativo intervenendo con un equipe specializzata e multisettoriale prevalentemente composta da professionist3 del settore.
Borgo Vecchio a Palermo appartenente all’VIII Circoscrizione della città di Palermo, pur essendo un antico rione del centro città, si presenta per certi aspetti come un quartiere ghetto caratterizzato da povertà, lavoro precario, lavoro nero e disoccupazione, con elevata densità abitativa, diffusa microcriminalità, con popolazione relativamente giovane e con bassi tassi di scolarizzazione. Il disagio economico-sociale si accentua per le famiglie monogenitoriali o molto numerose. Le richieste di aiuto economico (recentemente assorbite in larghissima parte dal reddito di cittadinanza), per la collocazione lavorativa e per la disponibilità di una residenza regolare sono numerose.
I servizi pubblici e sociali, sia generali sia dedicati alla cura e tutela dell’adolescenza, sono carenti. Gli spazi di aggregazione e i luoghi della socialità, uniti alle offerte educative e culturali, sono scarsi. Per le famiglie immigrate tali fragilità si sommano alla condizione di “straniero”. I tassi di scolarizzazione della popolazione adulta sono molto bassi e, nelle famiglie di origine straniera, le competenze linguistiche risultano spesso insufficienti per supportare i figli. La marginalità economica, sociale e culturale delle famiglie si somma ai processi di etero e auto ghettizzazione dei quartieri.
L’analisi del contesto di intervento evidenzia una serie di condizioni che concorrono ad una situazione di cronica povertà
educativa. Aggregando i dati forniti dalle scuole con cui si collabora da diversi anni e dagli osservatori cittadini, ma anche dalle più recenti ricerche incentrate sul forte rischio di esclusione sociale attuale, esacerbato dall’emergenza sanitaria e sociale causata dalla diffusione del covid-19 (Save the Children 2019), emerge un’alta percentuale di studenti fragili a elevato rischio di dispersione scolastica: con frequenza discontinua, assenti, ripetenti, in stato di totale abbandono.
Il Centro di Ricerca Educativa “AL CENTRO” è un bene comune sito in un piano terra accessibile a tutti gli utenti è un luogo destinato alla crescita e alla socialità, nel quale si costruiscono legami comunitari e reti solidali. Qui un’ equipe multidisciplinare formata da psicolog3 ed educator3, porta avanti diversi progetti che, pur nelle loro specificità, hanno tutti l’obiettivo di costruire percorsi di supporto, empowerment sociale, consapevolezza ed emancipazione secondo la metodologia del lavoro di comunità e dell’educativa di strada.
Il centro accoglie diverse attività rivolte a bambini e bambine, adolescenti e donne tra cui:
– Supporto allo studio per ragazzi e ragazze di età compresa tra gli 11 e i 18 anni
– Supporto per il conseguimento della licenza media delle giovani adulte
– Laboratori ludico-espressivi come teatro e sport
– Sportello di segretariato sociale
– Orientamento al lavoro attraverso l’avvio di tirocini retribuiti per giovani adulte
– Laboratorio di consapevolezza corporea/danza
– Sportello d’ascolto psicologico rivolto agli allievi e a tutta la comunità scolastica
– Laboratori di formazione presso l’istituto Paolo Borsellino, partner di progetto
Due degli interventi in atto sono interamente dedicati alle adolescenti e alle giovani adulte con un percorso tutto al femminile che, attraverso degli incontri con esperte in diversi ambiti della cura, mira a costruire consapevolezza su diritti e benessere.