Anatomia dell’irrequietezza

Anatomia dell’irrequietezza

5 incontri sul lavoro sociale, la crisi e la città in trasformazione

 

L’operatore sociale, l’educatore territoriale, il lavoratore del terzo settore in generale, anche se ancora considerate come nuove professioni, hanno ormai una storia che richiede di verificarne lo statuto alla luce dei cambiamenti sociali.

Sempre oscillante tra presuntuosi presupposti di onnipotenza e strazianti cadute nell’impotenza, chi lavora nell’ambito della cura alla persona, oggi sa di farlo con le spalle sempre meno coperte.

Da un lato le grandi narrazioni che hanno guidato l’intervento sociale risultano sempre meno utili. Tanto la retorica del soccorso, quanto quella dell’emancipazione rischiano di diventare liturgie vuote, valide più ad assolvere le intenzioni che ad ottenere risultati. I richiami alla legalità, portati avanti in nome di Istituzioni che si vogliono sempre più indebolite, rischiano di suonare semplicemente come sottolineature di processi di esclusione.

Dall’altro lato, il rifugiarsi in tecnicismi porta a pensare il proprio intervento spogliato da qualsiasi spinta al cambiamento. Si vanno diffondendo sempre più strutture business oriented, che facendo propria le retoriche aziendaliste, si pensano interessate soltanto a questioni quantitative utili a legittimare un vuoto paradigma dell’efficienza.

Ci sembra importante allora, proporre un percorso in cui affrontare alcune delle questioni che spesso, nel vortice dell’operatività, non trovano spazio. Pensare il proprio ruolo, ponendo le questione ultime che lo disegnano, ci sembra un passo propedeutico necessario per ridisegnare il senso di queste professioni.

Perché sono qui? Chi me lo ha fatto fare? Cosa sto facendo? Sono le domande che nei momenti di crisi ogni educatore si trova ad affrontare in solitudine.

Ma la crisi è una dimensione strutturale, e allora queste sono le domande che devono costantemente accompagnare l’intervento sociale, essendo affrontate in modo collettivo e pubblico.

Abbiamo pensato un ciclo di 5 incontri rivolti sicuramente a operatori sociali, ma non solo. Sono incontri in cui vogliamo affrontare questioni che riguardano in generale il lavoro nei territori, il lavoro di cura, l’intervento sociale inteso nel senso più ampio possibile.

Per questo abbiamo pensato di coinvolgere relatori provenienti da ambiti diversi, a volte anche distanti, come uno psicoterapeuta, un architetto, un pedagogista ed un antropologo, proprio perché l’operatore sociale si trova ad essere un po’ tutte queste cose senza mai essere lo specialista di nessuna.

Il lavoratore del sociale, in altri termini, deve imparare a muoversi nella complessità.

 

Il ciclo di incontri è promosso WeWorld Onlus e da Per Esempio Onlus all’interno della cornice del progetto Frequenza 200 e dell’omonimo network nazionale impegnato da 5 anni nella promozione e nella diffusione di pratiche e metodologie di intervento per il contrasto alla dispersione scolastica.

WeWorld Onlus è un’organizzazione non governativa italiana di cooperazione allo sviluppo, indipendente riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri. WeWorld è presente in Italia, Asia, Africa e America Latina a supporto dell’infanzia, delle donne e delle comunità locali nella lotta alla povertà e alle disuguaglianze per uno sviluppo sostenibile. Sito web: www.weworld.it

Per Esempio è un associazione non profit che nasce a Palermo nel 2011 con l’intento di promuovere interventi educativi fondati sull’empowerment e sulla partecipazione attiva dei soggetti coinvolti, attraverso un approccio all’apprendimento di tipo non formale.  L’azione di Per Esempio si realizza a livello locale ed internazionale alternando ad attività locali realizzate sul campo, scambi di esperienze e buone prassi sviluppate in ambito internazionale. Da 4 anni Per Esempio è partner locale  della Fondazione WeWorld, con il quale da vita, all’interno del quartiere Borgovecchio, all’intervento contro la dispersione scolastica “Frequenza 200” . Sito web www.peresempionlus.org

 

Gli incontri si terrannò a Moltivolti, avranno inizio alle 17.00 (puntuali) e avranno la durata di 2 ore.

 

mercoledì 26 aprile

Salvatore Cavaleri – Come il sociale rischia di diventare un feticcio

 

venerdì 5 maggio

Calogero Lo Piccolo – Quale paradigma oggi per il lavoro clinico-sociale?

 

venerdì 12 maggio

Ferdinando Fava – Smontare e decentrarsi: pratiche di riflessivita nell’intervento sociale

 

venerdì 19 maggio

Giuseppe Burgio, Minori Stranieri Non Accompagnati a Palermo: una prospettiva intersezionale

 

venerdì 26 maggio

Giuseppe Marsala – Onnipolis. Anatomie (e irrequietezze) della metropoli contemporanea

 

I relatori:

Salvatore Cavaleri, attivista dei movimenti, di formazione fiolosofica, si occupa da anni di adolescenti, migrazioni e periferie nella sua attività di educatore. E’ cocuratore dei testi: Luoghi D’Artificio. Narrazioni della metropoli al tempo della crisi (Navarra, 2011) e L’inutile fatica. Soggettività e disagio psichico nell’ethos capitalistico contemporaneo (Mimesis, 2016).

Calogero Lo Piccolo, psicologo, Psicoterapeuta di formazione Gruppoanalitica, Dottore di Ricerca in Psicologia Generale e Clinica, autore di vari saggi. E’ cocuratore de L’inutile fatica. Soggettività e disagio psichico nell’ethos capitalistico contemporaneo (Mimesis, 2016).

Ferdinando Fava è professore di antropologia nell’Università di Padova e ricercatore del Laboratoire Architecture Ville Urbanisme Environnement (LAVUE, equipe LAA dell’Ecole National Supérieure d’Architecture de Paris-la-Villette). Guest lecturer in diverse istituzioni di alta formazione nazionali e internazionali, dalla Francia al Brasile passando per i Paesi Bassi e l’Argentina, è socio fondatore, nel 2010, del gruppo di ricerca interdisciplinare di studi urbani “Tracce Urbane”. Si occupa in particolare di antropologia urbana, delle aree marginali delle città e della epistemologia del fieldwork. Nel 2008 pubblica la monografia sulle “banlieue” di Parlemo, “Lo Zen di Palermo, antropologia dell’esclusione”. Per i tipi di Meltemi, nel 2017, ultima sua scrittura, “In campo aperto. L’antropologo nei legami del mondo”.

Giuseppe Burgio, ricercatore di Pedagogia Generale all’Università di Enna “Kore”, Giudice Onorario al Tribunale per i Minorenni di Palermo e membro del neonato Osservatorio Regionale sull’inclusione dei minori stranieri. Per le sue pubblicazioni ha ricevuto il Premio Nazionale della Società Italiana di Pedagogia e il Premio Internazionale della Fondazione “Fazio-Allmayer”.

Giuseppe Marsala, Palermo ’66 Architetto, docente universitario e attivista politico esplora, attraverso percorsi di ricerca, le teorie e le pratiche che rivelano le nuove forme dell’urbano contemporaneo. Autore di numerosi saggi e pubblicazioni è attualmente impegnato in pratiche di ricerca condivise con gruppi, organizzati e non, sulle geografie fisiche, politiche e sociali dello spazio metropolitano.